La parrocchiale di Rivalta sul Mincio
La storia
La storia
La chiesa parrocchiale di Rivalta sul Mincio www.parrocchiadirivaltasm.it/storia è collocata nel cuore storico del Borgo, in prossimità del Fiume, dove si è costituito il primo nucleo abitato del paese. Ha origine antiche, probabilmente precedenti al dominio matildico. Documenti risalenti all’anno 1047 accennano all’esistenza di un’antica chiesa annessa alla fortezza di Matilde di Canossa. In una donazione del 1096 viene citata la presenza di una chiesa intitolata a San Vigilio, terzo vescovo di Trento, che con il tempo andò in rovina dopo essere stata aggregata a quella di San Donato che viene, invece, citata in una compravendita del 1205.
Alla fine del secolo XI Rivalta sul Mincio era territorio dei Marchesi di Canossa, famiglia di origine lucchese, che aveva avuto dagli imperatori di Germania il governo di Mantova e dei territori circostanti. Nello stesso luogo in cui si trova attualmente la chiesa sorgeva la fortezza della Grancontessa eretta a difesa di Mantova da eventuali incursioni provenienti da nord. Il castello fu bruciato e distrutto nel 1114 alla falsa notizia della morte di Matilde. Osservando la zona absidale, la presenza di un terrapieno fa intuire l’antica esistenza di un ampio fossato appartenente al castello con la funzione, probabilmente, di difesa. E’ solamente nella visita pastorale del 1544 che viene definita la dedicazione della parrocchia ai Santi Vigilio e Donato Vescovi e Martiri. In quell’anno viene citato che “ …la parrocchia conta 560 anime da comunione”.
La parrocchiale attuale è stata ricostruita a partire dal 1739 e la facciata, così come la potete osservare attualmente, è stata eseguita nel 1821 su disegno dell’architetto Luigi Zanni ed è di matrice neoclassica. L’abside, di diversa e più antica fattura rispetto al resto della chiesa, è orientata ad est punto cardinale che fa riferimento a Gerusalemme, al sole che sorge e alla Resurrezione. A Rivalta è rivolta anche verso il fiume Mincio, fonte di sostentamento per gli abitanti dell’antico Borgo.
(Documentazione tratta dallo studio di Paola Artoni “La parrocchiale di Rivalta sul Mincio” pubblicato nel libro “Rodigo: tre centri, una comunità”)
L'interno
L’interno
Sui due lati maggiori si fronteggiano, a due a due, le cappelle. Quella collocata a sinistra dell’ingresso è dedicata a San Vincenzo Ferreri (tela del 1794 del mantovano Antonio Benetti). Sullo stesso lato, la cappella successiva è stata adibita a Battistero. Nell’ala destra troviamo la cappella della Madonna della Cintura e per finire, in quella vicino all’uscita, vi è collocata la Pala del XVIII secolo raffigurante Gesù nella tempesta: si tratta dell’episodio evangelico nel quale Cristo e gli apostoli sono sorpresi dalla tempesta, ma l’intervento di Gesù calma le acque (tela anteriore al 1762). Nella zona presbiteriale, l’altare maggiore è uno splendido esempio di lavoro di intarsio di marmi policromi. La pala d’altare, che domina l’abside, raffigura l’Immacolata. Ai suoi lati sono collocate due tele ovali dove sono raffigurati i Santi Patroni: a sinistra San Vigilio, a destra San Donato. I due dipinti sono opera del Conte rivaltese Giulio Cesare Arrivabene. Artista nato a Rivalta sul Mincio nel 1806, dopo aver dipinto a Roma, torna a Mantova. Qui per la basilica di San Andrea, dipinge Sant’Antonio da Padova ed Ezzelino da Romano. Infine, all’interno, sopra il portone d’ingresso è collocato il prezioso organo. Costruito nel 1870 da Carlo Aletti di Monza, lo stesso costruttore dell’organo presente nel Santuario delle Grazie, è stato recentemente sistemato. Presenta, tutt’ora, la parte fonica originaria , un sistema di trasmissione meccanico ed una duplice alimentazione dei mantici (a mano e con elettroventilatore).
(Documentazione tratta dallo studio di Paola Artoni “La parrocchiale di Rivalta sul Mincio” pubblicato nel libro “Rodigo: tre centri, una comunità”)
Il sagrato
Il sagrato
Il sagrato della Chiesa Parrocchiale divenne famoso, per i Rivaltesi, nel 1948. Fu utilizzato come set cinematografico dal regista Alberto Lattuada per girare alcune delle scene più importanti del film “Il Mulino del Po’”. In quell’anno Rivalta sul Mincio “prestò” i suoi luoghi e paesaggi alla pellicola, tratta dal libro di Riccardo Bacchelli che, in realtà, ambienta fatti e vicende nel territorio ferrarese e nel delta del Po’. Faceva parte della troupe anche un giovane sceneggiatore, l’allora ventottenne Federico Fellini.