L’effetto Loto
Il fior di Loto, è una pianta acquatica originaria dell’Asia, America e Australia. Comparsa sul pianeta 80 milioni di anni fa, oggi impreziosisce il lago Superiore nei pressi di Mantova e anche parte del corso del Mincio presso Rivalta. Pur creando meravigliose isole galleggianti, con i suoi fiori dalle sfumature rosa, è una pianta infestante soggetta a controllo ed eradicazione periodica.
Da diverso tempo il fior di Loto è diventato un problema importante nella Riserva Naturale delle Valli del Mincio. Paradossalmente sono un elemento naturale in grado di attrarre importanti flussi turistici ma allo stesso tempo rappresentano un problema importante per l’ecosistema fluviale costituendo una minaccia per la biodiversità. Infatti le piante acquatiche autoctone vengono oscurate dalla presenza del Loto sempre più opprimente, non ricevono la luce necessaria e per questo non riescono ad attivare il processo della fotosintesi. Lo stesso succede ai pesci che incamerando meno ossigeno soffrono di asfissia. Inoltre alla fine della fioritura i resti di foglie e gambi si depositano sul fondale accelerando il processo di interrimento delle Valli e dei canali. Per questo le periodiche operazioni di eradicazione e contenimento, comunque effettuate, non sono più sufficienti e dovrebbero essere integrate da una gestione che punti a migliorare, urgentemente, la quantità e la qualità dell’acqua che alimenta il nostro sistema fluviale.
Per la cultura Buddista è un fiore sacro, simbolo della natura umana: pur affondando le sue radici nel fango della materialità, si eleva nel candore, con i suoi fiori e con le sue foglie perennemente immacolate. Gli vengono inoltre riconosciute diverse applicazioni medicinali. La proprietà più interessante di questa pianta è la capacità delle grandi foglie (possono raggiugere anche il diametro di un metro) di rimanere sempre pulite e asciutte, pur essendo immerse nell’acqua e nel fango. Da questa idrorepellenza origina il termine “effetto Loto”.
Già nel 1964 alcuni studiosi indagarono su questa curiosa proprietà che risiede nella struttura delle foglie che sono ricoperte da microscopiche sporgenze fatte a cono ricoperte da piccolissimi aghi. Questa particolare struttura, permettendo la formazione di sacche d’aria tra i vari nanoelementi, favorisce lo scorrimento delle gocce d’acqua sulla superficie portando con sé tutta la sporcizia. La saggezza popolare vuole che se una cosa deve restare pulita, deve essere liscia. Lo studio del loto ha rivelato che non è sempre così.
Dalla comprensione dei principi sopra descritti si è iniziato a fantasticare sulla possibilità di creare, su scala industriale, vernici immuni allo sporco, vetri che non si appannano o capi d’abbigliamento idrorepellenti e resistenti alle macchie. Se tutto ciò potrà diventare realtà, lo dovremo a questa pianta dalle mille proprietà.