I dolci

La sbrisolona

La sbrisolona mantovana era anche detta la torta delle tre tazze, perché per prepararla occorrevano le stesse dosi (una tazza) di tre ingredienti diversi: la farina gialla di mais, la farina bianca di frumento, lo zucchero e le mandorle. È infatti una torta dura che non si taglia col coltello ma si spezza con le mani, sbriciolandosi facilmente. Di origine chiaramente contadina, prevede, nella ricetta originale, l’uso dello strutto, oggi per lo più sostituito dal burro.

Il mìrtul è un dolce molto antico; si pensa che derivi dalla tradizione culinaria ebraica mantovana e ci rimanda a molti secoli indietro. Oggi è quasi dimenticato o prodotto solo a livello familiare per chi ha ancora una nonna che lo sappia preparare. Cotto nel forno della stufa a legna, questo dolce dalle umilissime origini si prestava al recupero della polenta rimasta dalla cena precedente, oggi sostituita dalla farina gialla e dalle uova. Spesso era il pranzo per i pellegrini che andavano alla Festa dell’Assunta il 15 di Agosto al santuario della Madonna delle Grazie.

Il fiapùn, nelle famiglie rivaltesi, era il dolce dedicato ai bambini, spesso in occasione della prima neve dell’anno. Si utilizzava la polenta rimasta dalla sera precedente, abilmente impastata con farina bianca in pari misura. L’impasto veniva steso su un’asse di legno per ricavarne delle piccole forme a cerchio, passate poi in un tegamino per essere fritte con lo strutto da tutte e due le parti. Nella versione dolce erano cosparse di zucchero e, con un pizzico di sale, nella versione salata.

Il bussolano Mantovano “bisulàn” è un dolce da forno di origine antica, tra i più amati dalle classi popolari che lo consumavano tradizionalmente alla domenica con l’aggiunta di zabaglione.  Il bussolano è una ciambella asciutta dal profumo di limone, era il dolce tipico fatto in casa che richiedeva pochi e semplici ingredienti. Per i nostri nonni era costume “puciàl in dal vin” (intingerlo nel vino), pratica ben augurale contro le avversità.

Sugolo Mantovano (sȕgul cun la crepàda). La sua origine è antichissima, pare addirittura che la ricetta risalga all’epoca romana e sia stata tramandata fino ad oggi, praticamente immutata, nella preparazione e negli ingredienti. Il sugolo è un budino d’uva ricavato dal mosto o dai chicci spremuti. La più indicata sarebbe l’uva fragola, ma si può ottenere anche con altre uve. Dal gusto agrodolce e dal colore violaceo si può servire accompagnato da dolci da forno o anche da solo.

Le lattughe, chiamate in altre zone bugie o chiacchiere, sono il tipico dolce del Carnevale. Sono sfoglie fragranti, servite solitamente cosparse di zucchero a velo. Normalmente sono fritte nello strutto come prevede la ricetta originale. Sono presenti nelle case di quasi tutte le famiglie rivaltesi con ricette leggermente diverse. Facoltativa l’aggiunta di un liquore o di vanillina per quelle riservate ai bambini.

Le castagnole o favette sono morbidissime, golose e realizzate con un impasto molto semplice a base di farina, uova e zucchero, da cui si formano delle palline della grandezza di una castagna, da cui deriva il nome castagnole.  Vengono fritte nello strutto o in olio di semi bollente e poi tuffate nello zucchero.  

Bisulàn (Bussolano mantovano)

Le Frittelle di mele con uvetta, fritte o al forno, sono tra i dolci di carnevale più golosi e facili da preparare. Si tratta di un dolce dal cuore tenero realizzato con una pastella a base di farina, uova, latte, zucchero e uvetta al profumo di agrumi. Formate velocemente con un cucchiaio, vengono fritte nello strutto o nell’olio bollente e, successivamente, rotolate nello zucchero. Una vera delizia per tutta la famiglia.

La patùna o castagnaccio, versione nobile del “papasìn”, è un po’ il simbolo di un periodo in cui l’economia delle famiglie rivaltesi era molto difficile. Richiama alla memoria due personaggi rivaltesi: “Tarabin” (Francesco Grazioli) e la moglie Olga venditori di frutta e verdura che alla domenica producevano questi dolci. A quei tempi era consuetudine acquistarli presso il loro negozio e portarli a casa per una giornata di festa. 

Il budino al cioccolato è un dolce fatto in casa, è la classica merenda di una volta, semplice e genuina, spesso era il premio per ragazzi al ritorno da scuola, se erano stati bravi.  Servono pochi ingredienti: latte, uova, zucchero e cioccolato Zaini. Cotto lentamente, viene servito rovesciato in un piattino, dopo averlo fatto raffreddare in frigorifero. 

La torta mattonella “nacque” nelle serate afose di luglio e agosto quando le donne rivaltesi si riunivano in gruppi di amiche, i “filòs”, per parlare del più o del meno.  Spesso queste ordinarie riunioni offrivano lo spunto per proporre nuove preparazioni o recuperare vecchie ricette. Proprio in una di queste serate, dall’idea di usare biscotti inzuppati nel caffè dolce o nel Vermouth e stratificati da budino al cioccolato, ebbe origine questa torta straordinaria. Molto compatta e poco delicata era la merenda ideale per chi andava a lavorare nella Valle.

Sugolo

La torta paradiso, dolce soffice come una nuvola, è da farcire a piacere con creme o marmellate. E’ il dolce tipico delle panetterie rivaltesi a base di uova, burro e farina e viene servito con una spolverata di zucchero a velo.

Il salame di cioccolato, dolce amatissimo dai bambini, ancor oggi viene realizzato in molte famiglie. E’ una piacevole composizione di cioccolato fuso, burro, mandorle e biscotti secchi. Ricomposto a forma di salame può essere servito con qualche cucchiaio di zabaglione e zucchero a velo.

Torta di meleturta da pom” e crostate di confettura di frutta. Di fatto sono le più semplici e tra le più preparate nelle famiglie rivaltesi. Di estrema facilità, sono la delizia di grandi e piccini.

I papasìn (castagnaccio a forma di piccolo cilindro), il sót sénar (dolce cotto sotto la cenere del focolare), gli os da mórt (dolce tipico del giorno dei morti, ricordo dell’antica usanza di lasciare vivande, la notte, per le anime dei familiari defunti), e gli stracadént (biscotto molto duro che deve essere masticato a lungo) sono antichi dolci oramai quasi scomparsi.

……. e per finire

Un famoso proverbio recita: “la boca lè mìa stràca s’la sà mia ad vàca” (la bocca non è stanca se non sa di vacca). Questo a testimonianza che anche nel contado rivaltese si apprezza come momento augurale, dopo un pranzo o una cena importante con familiari o amici, una scaglia di formaggio a pasta di grana e un po’ di mostarda mantovana fatta in casa, prima del caffè e di un piacevolissimo liquore. 

Lattughe

Nocino, liquore di erba luisa e il maraschino: sono liquori prodotti stagionalmente con una base di alcol e zucchero ed esposti al sole a seconda delle ricette familiari, sempre graditi dopo un ottimo caffè fatto con la moka.

Il nucleo della vita rivaltese erano le corti, le contrade e i piccoli casali. Era lì che si raccontavano le ricette mai scritte, ma verbalmente tramandate da madri a figlie. Era la vita di un tempo, quello dei “filòs” (compagnia di amici o di vicini di casa che si riunivano dopo cena in strada, in cortile oppure nelle stalle durante la stagione invernale). Oggi quel mondo è praticamente scomparso. È bello, però, ricordarlo come un mondo buono, semplice e sincero. 

Bisulàn (Bussolano mantovano)

Sugolo 

Lattughe

Salame di cioccolato